Presidente Bamonte: il bilancio della stagione
Il 30 marzo 2015 ha festeggiato il trentesimo anniversario alla presidenza della Giana Erminio e dopo aver condotto la squadra attraverso tre salti di categoria consecutivi, dalla Promozione alla Lega Pro, il 10 maggio 2015 ha visto concludersi il primo anno tra i professionisti della Giana, con la salvezza diretta a una giornata dalla fine del campionato.
Presidente Bamonte ci fa un bilancio di questa stagione storica?
È come aver vinto il quarto campionato di fila, considerate tutte le difficoltà che abbiamo affrontato quest’anno, soprattutto i lunghi tempi per l’adeguamento del nostro stadio e l’aver dovuto giocare al Brianteo di Monza, ovvero sempre in trasferta, sino al 21 marzo, sino alla trentesima giornata di campionato. Per quanto riguarda le difficoltà incontrate sul campo dobbiamo mettere in conto l’inesperienza innanzitutto, che ci aveva penalizzato anche all’inizio della stagione scorsa in Serie D. Inoltre con questo balzo nel mondo dei professionisti forse siamo stati un po’ distratti dall’affetto con il quale i media ci hanno accarezzato, ponendo meno attenzione del dovuto a quanto stavamo giocandoci sul campo. Tuttavia non abbiamo mai giocato davvero male, ma a gennaio devo ammettere che un po’ di timore mi è venuto e quindi ho voluto intervenire sul mercato.
Presidente è stato sorpreso dalla notevole affluenza di pubblico allo stadio “Città di Gorgonzola”, sempre tra i 1.500 e i 2.000 spettatori?
No, me l’aspettavo. Già in Serie D venivano mille persone a vederci. Se ho pensato a questa capienza (3.800 posti a sedere, ndr) è perché ho valutato il bacino della Martesana, dove non ci sono altre squadre professionistiche.
Merito anche del prezzo unico e “popolare”?
Noi facciamo pagare in prevendita un prezzo unico a 10 euro, che si riduce a 5 euro per le donne e gli over 65 anni e a 1 euro soltanto per i ragazzi sino a 14 anni. Il biglietto deve essere alla portata di tutti. Io voglio vedere tanta gente allo stadio e non voglio che un mio conoscente, con il quale magari bevo il caffè al bar, si senta in difficoltà di fronte a me allo stadio perchè io siedo in una tribuna che potrebbe costare 25 euro e lui invece qualche posto più in là, che costa 10 euro. Il prezzo popolare è aggregazione e la domenica deve essere festa per tutti. Io non voglio sfruttare un momento, ma offrire un servizio. Anche le partite del settore giovanile non le ho mai fatte pagare, nemmeno quest’anno che abbiamo disputato campionati nazionali (Berretti, Allievi e Giovanissimi ndr). Non bisogna speculare sui genitori che vengono a vedere il proprio figlio giocare una partita e nel contempo bisogna avvicinare i giovani allo sport. Quegli stessi ragazzi devono poi diventare tifosi.
Si è mai pentito di tutto questo impegno?
No, è una soddisfazione immensa. Anche questo stadio è un regalo che voglio lasciare alla città di Gorgonzola, un segno del mio passaggio. Sono qui da cinquant’anni!
Parlando di calcio, qual’è la sua idea di giocatore?
Mi piacciono i giocatori fantasiosi e creativi, più che quelli che fanno tutto alla perfezione ma si limitano al compitino, perché di fronte trovi avversari che hanno imparato le stesse cose sin dalla scuola calcio. Inoltre non amo per nulla chi vuol fare il professionista e basta, perché sono profondamente convinto che il gruppo abbia una valenza superiore al fuoriclasse.
E l’allenatore? Cesare Albè da vent’anni in panchina è una situazione unica!
Quando sono diventato presidente della Giana, trent’anni fa, ho cambiato due o tre allenatori il primo anno e così ho fatto negli anni seguenti: perché non erano aggreganti, parlavano male con i ragazzi… se tu vuoi rispetto devi prima dare rispetto. E soprattutto mai colpire la dignità. Un allenatore non può considerare un giocatore come un numero, ma deve farlo sentire in famiglia. Albè è una persona aggregante, è tranquillo, ha sempre una parola e un sorriso per tutti. Il direttore Angelo Colombo è invece più rigido e forse vede di più i pericoli, rispetto a me. Tutti e tre vogliamo però il bene della Giana, per questo ci completiamo a vicenda.
In conclusione?
Quest’anno è stato tutto nuovo, sia dal punto di vista del campo che della gestione organizzativa, ma è stata un’esperienza bella e positiva, di cui faremo tesoro e che ci porterà a fare ancora meglio l’anno prossimo!